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Henry Purcell - The Fairy Queen

OP Faire Queen, MS 3 (London, Royal Academy of Music, 1693) è il manoscritto — un autografo parziale — che si riferisce alla prima rappresentazione del 1692.  Il libretto differisce da quello della ripresa del 1693, una nuova versione più ampia, che fece seguito alla prima sfarzosa rappresentazione in virtù del successo riscosso. Il 1692 è l’anno della prima rappresentazione del The Fairy Queen (Z 629), una semi–opera rappresentata il 2 maggio al Queen’s Theatre Dorset Garden, dalla compagnia “Their Majesties Servants”.
Lo sfolgorante spettacolo nasce come adattamento anonimo del Midsummer Night’s Dream di Shakespeare, anche se alla fin fine la trama shakespeariana c’entra fino a un certo punto. La semi–opera consiste in un dramma recitato, completato (o arricchito, si potrebbe dire) da brani vocali solistici e corali e da una serie di masques inseriti nella seconda parte di ogni atto. I masques, in particolare, concentrano simbolicamente elementi che sono essenziali nel contesto drammatico (l’amore, il sogno, la magia ecc.) ma mantengono una loro struttura quasi autonoma rispetto all’azione del dramma recitato.
La parte musicale, di grande fascino, fa sì che esso rappresenti, insieme al Dido and Aeneas, la vetta della produzione scenica di Purcell. L’autore, o almeno uno stretto collaboratore alla realizzazione del libretto, potrebbe essere stato Thomas Betterton, il direttore del Dorset Garden Theatre, con il quale Purcell aveva lavorato regolarmente. Questa convinzione si basa su un’analisi delle istruzioni della sceneggiatura di Betterton e su certe sue “passioni” per le cineserie di moda a Londra (cfr. Frans e Julie Muller, Completing the picture: the importance of reconstructing early opera, «Early Music», XXXIII, 2005, pp. 667–681) anche se altri studiosi propendono decisamente per un “lavoro di gruppo” (cfr. Roger Savage, The Shakespeare–Purcell “Fairy Queen”: a defence and a recommendation, «Early Music», I, 1973, p. 206).
La partitura andò smarrita dopo la morte dell’autore e, nonostante un annuncio con la promessa di una ricompensa per il ritrovamento della partitura scomparsa che il Theatre Royal fece pubblicare nel 1701 sul giornale londinese The London Gazzette, essa ricomparve solo all’inizio del ventesimo secolo nella biblioteca della Royal Academy of Music.
Il concerto presenta un estratto della partitura di Purcell, che contiene musica caratterizzata da una grande varietà di registri espressivi e di stili musicali in cui elementi italiani e francesi si mescolano e si fondono tra loro in quel gusto inconfondibilmente inglese che è così proprio della musica di Purcell.