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L'INQUILINO DI STRADA MAGGIORE E PIAZZA ROSSINI Il maestro a Bologna nel 150° dalla scomparsa

Nel 1992, quando si dovette ricordare il secondo centenario della nascita di Rossini, si disse, con una battuta, che “era troppo presto”: la nuova ricerca rossiniana, cioè, era forse troppo giovane per produrre tutti i risultati auspicabili. Ma nel 2018, al 150° della morte? Certo i passi fatti sono molti, fra concerti, spettacoli, studi, libri, ricerche e risultati di carattere documentario, storiografico, estetico, stilistico. E dovunque il teatro d'opera italiano abbia credito si potrà cominciare a tirare le fila di uno o di un altro settore d'indagine: nei teatri, nelle sale da concerto, nelle case editrici, nelle accademie, nelle istituzioni e scuole musicali del mondo, d'Italia, di Pesaro. Da parte sua Bologna sta lavorando alacremente, con un progetto molto concreto e articolato. Perché Bologna?   
Come si sa, Gioachino Rossini nacque a Pesaro nel 1792 e morì a Passy, presso Parigi, nel 1868. Visse a lungo a Napoli, Firenze (in S. Croce è sepolto) e Parigi, ma più che altrove visse a Bologna (con appendice nella vicina Castenaso): si sentiva e definiva “bolognese”, aveva studiato al Liceo Musicale, del Liceo fu consulente onorario (pressoché direttore) per una decina d'anni incidendo molto sull'organizzazione degli studi. A Bologna abitò in varie case e toccò diversi luoghi laici e religiosi (dal Teatro del Corso alla basilica di S. Petronio), l'Archiginnasio ha ospitato la prima italiana dello Stabat Mater, l'Accademia Filarmonica conserva il manoscritto della Cenerentola e la Biblioteca della Musica quello del Barbiere di Siviglia. Insomma, non c'è dubbio che storicamente la città sia la più importante di tutte le altre e che in città il Liceo-Conservatorio sia il luogo più importante di tutti i numerosi altri.   
Pertanto l'idea che il Conservatorio “Giovan Battista Martini” si faccia carico di un corposo progetto celebrativo è assolutamente legittima: in amicizia con altre istituzioni da tempo coinvolte, l'istituto ha potuto proporre tematiche adeguate, accogliere proposte-controproposte in tutta libertà (unica riserva, che non si verificassero sovrapposizioni o ingerenze), comporre singoli gruppi operativi da ascoltare e seguire regolarmente, fungendo da ideale ma democraticissimo “centro” prima pensante e collante e poi produttivo e anzi coproduttivo. Il direttore m.o Vincenzo De Felice e il Consiglio accademico hanno affidato il compito al presidente dott.ssa Jadranka Bentini, storica dell'arte e già soprintendente per il Patrimonio storico, artistico e demo-etno-antropologico, e al prof. Piero Mioli, storico della musica che ha insegnato nell'istituto per trent'anni e ha al suo attivo numerose pubblicazioni rossiniane (fra l'altro una monografia presso Mursia, tutti i libretti presso Newton Compton). Dell'oneroso lavoro ecco uno schizzo, un tratteggio per veramente sommi capi che fra l'altro dia un'idea della vistosa collaborazione.   
L'esordio ha luogo un mesetto prima, ancora nel 2017: la basilica di S. Petronio propone finalmente alla città la Messa per Rossini, quel Requiem a più mani (ben 16, di 13 compositori) che Verdi intendeva farvi eseguire il 13 novembre 1869, a un anno dal decesso, senza riuscirvi: recuperata dopo tanto tempo, la partitura è rinata a Stoccarda nel 1988 e solo questa volta ha trovato, per così dire, la via di casa, la vita istintivamente segnalata da Verdi, grazie alla Cappella Musicale Arcivescovile dei Servi e alla Corale Quadriclavio dirette da Lorenzo Bizzarri. Molti gli altri concerti e incontri distribuiti nel lungo programma annuale e diversi i relativi programmi: Petite messe solennelle, Sonate a quattro, Péchés de vieillesse, recital vocali di Anna Bonitatibus e Lucia Rizzi, sinfonie e cori al Comunale e al Conservatorio fino al Varignana Festival, chiusure e aperture d'anno accademico e lezioni speciali al Conservatorio (su Rossini e colleghi); poi le “prove aperte” di un' Italiana in Algeri che il Comunale porterà in tournée a Parigi e lo Stabat Mater che ritornerà nella sua culla, nella sala d'Archiginnasio dove nacque in Italia il 18 marzo del 1842 (stavolta il 24 maggio, direttore Mariotti); quindi manifestazioni a Lugo (città del padre Giuseppe dove Gioachino visse da adolescente) con i Solisti Veneti e una serata del festival Purtimiro, a Castenaso dove Gioachino visse (fra l'altro lavorando a Semiramide) e Isabella Colbran Rossini visse e morì, altrove in regione; infine concerti di amichevole “contraccambio” fra il “Martini” di Bologna e il “Rossini”di Pesaro.   
Non è una mera curiosità la frequenza dello
Stabat Mater: sul fondamento della famosa première, altri gruppi cittadini in altre sedi cittadine hanno in programma le venerabili parole latine della sequenza trecentesca con la musica di Gaffurio, Despres, Palestrina, Scarlatti (Domenico), Haydn, Verdi, Dvořák. Al tema l'Accademia Filarmonica dedica la sua annua giornata di studi in ottobre: lo Stabat Mater di Jacopone da Todi fra Rinascimento e Novecento, Italia ed Europa, Poulenc e Penderecki, latino e polacco (con Szymanowsky). In novembre, è la volta del «Saggiatore musicale» al Laboratorio delle Arti: a cura dell'eletta rivista musicologica, si tratta di una tavola rotonda dedicata alla trasmissione, alla didattica, all'insegnamento della musica in quel di Bologna all'epoca di Rossini, ovverosia nel primo Ottocento. Il passato va bene, ma non a discapito del presente; di qui l'idea di richiamare dal mondo, a Bologna, alcuni grandi cantanti protagonisti della cosiddetta Rossini renaissance, degnissimi dell'aggregazione all'Accademia Filarmonica e delle stesse feste decretate una decina d'anni fa a colleghi del calibro di Joan Sutherland e June Anderson.   
Sono un decina le conferenze ideate dall'Archiginnasio stesso nella stessa sala citata: il secondo martedì di ogni mese, nel tardo pomeriggio, la serie di Rossini omnibus squaderna studiosi di valore, specialmente rossiniano, come fra gli altri Lorenzo Bianconi, Marco Beghelli, Vittorio Emiliani, Michele Mariotti (con Guido Giannuzzi) a raccontare di tutto, liberamente, tra biografia e fortuna, sempre con lo squillo finale di un video (un concertato, dalla Cenerentola di Ponnelle al Viaggio a Reims di Michieletto). Notevole qualche altro incontro qua e là, in particolare il quadrifoglio Autour de Rossini ubicato nel Museo della Musica: quattro conferenze domenicali e mattutine su Rossini e pittura, ritrattistica, quadreria, la relativa documentazione bolognese (ma anche parigina), affidate ad altrettante studiose d'arte. Rossini, il suo teatro, la sua vita e musica in genere meritano anche un contributo visivo, dicasi pure filmico, di cui s'incarica la Cineteca Comunale con la sua ormai militanza cittadina sempre gradita, nella fattispecie aperta a pubblici più vasti di quelli meramente cinematografici o meramente musicali. Chi non ricorda qualche vecchio film d'opera, qualche moderna opera filmata, qualche biografia o segmento biografico di Rossini mandato sullo schermo?
Per finire con qualcosa di duraturo, per provare a produrre un documento capace di testimoniare l'attività di un anno, a dicembre avrà luogo la presentazione del volume che sarà stato elaborato nel frattempo: Gioachino in Bologna. Mezzo secolo di cultura e vita cittadina (1799-1848) convissuto con la musica di Rossini (1792-1868). L'impostazione sarà la stessa di altri due volumi curati dal Conservatorio su personaggi ed eventi musicali, artistici, letterari, quotidiani a Bologna: L'idillio di Amadeus del 2008 centrava Mozart e il secondo Settecento, Sonata a tre del 2013 spaziava tra Verdi e Wagner e il secondo Ottocento. Questa la vasta mappa dell'assieme, punteggiata anche da qualche balletto, concerto in piazza, spettacolo per ragazzi, visita guidata, presentazione libraria, fra due mostre sospese tra preziosi documenti d'epoca e fantasiose creazioni d'oggigiorno.  
Piero Mioli                                        

                                                                                                                                                                                                                                       




In allegato da scaricare il calendario delle manifestazioni (in regolare aggiornamento) ed il programma completo del ciclo di conferenze all'Archiginnasi