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La professione del jazzista: come avere un agente?

Masterclass del Dipartimento di Jazz a cura di Aldo Mercurio e Francesca Scarinci
12 marzo 2022
ore 10-13

Aldo Mercurio
Musica e teatro entrano nella vita di Aldo Mercurio molto presto, grazie ad una famiglia in cui attorno all’arte ruotano e lavorano varie figure. Il nonno direttore d’orchestra e uno zio materno pianista jazz, seminano con facilità il germe della passione per la musica e già a 6 anni Aldo imbracciava la sua prima chitarra.

Sono proprio queste radici che fanno della musica prima di tutto una passione pressoché innata, a governare anche oggi l’approccio a quello che ben presto per il giovane Mercurio diventa un lavoro, intrapreso prima come musicista.

Passione prima di tutto, e quell’attenzione quasi maniacale ad ogni dettaglio e alla qualità anche nei rapporti umani che solo chi ama la musica e chi di musica vive da sempre può mettere nel proprio lavoro e dedica ad ogni artista o progetto seguito e curato in ogni minimo particolare, dall’idea fino alla realizzazione completa, tra tradizione e futuro.

Ma questo è il presente. Per arrivare ai giorni nostri si passa dal primo amore per la chitarra, a quello di tutta una vita per il basso elettrico scoperto intorno ai 16 anni. A 18 anni comincia gli studi in conservatorio di contrabbasso. Ma a far prendere definitivamente la strada della musica ci pensa il destino, grazie a un incontro fortuito in un negozio di strumenti musicali con un giovane Pino Daniele. Inizia così la carriera di musicista professionista, affiancando Pino nella partecipazione alle sue prime trasmissioni televisive come “Blitz” con Gianni Minà e “Non Stop” di Enzo Trapani, partecipando ad alcuni concerti live, alla registrazione dell’album “Nero a metà”, oltre che alla colonna sonora del film “La Mazzetta” di Sergio Corbucci con Nino Manfredi musicato dallo stesso Daniele. Tra gli anni 70 e 80 partecipa attivamente alla scena napoletana, ed entra nel gruppo di Tony Esposito “La banda del sole” e nei “Musicanova” di Eugenio Bennato.

Altro incontro fondamentale nella sua vita, non solo artistica, è quello con Gino Paoli nel 1980. Entra quindi a far parte della sua band definita ancora oggi storica, insieme ad Adriano Pennino, Maurizio Fiordiliso, Dario Picone e Vittorio Riva. Nel 1985 suona come bassista nel trionfale tour “Vanoni Paoli” e ne incide anche il relativo disco. Contemporaneamente lavora come turnista in Italia, partecipando a numerose registrazioni di dischi, tra cui quelli di Toquino, Ornella Vanoni, Roberto Vecchioni, Edoardo De Crescenzo e altri ancora.

Nel frattempo già nel 1989 aveva iniziato a collaborare con Adriano Pennino come produttore in studio nei dischi di Paoli, tra cui “L’Ufficio delle cose perdute”, “Matto come un gatto”, “King Kong”, “Senza contorno”, “Solo per un’ora”.

Fino al 1997 rimane nella band di Paoli. Ma in quell’anno, a causa di un incidente in moto decide di mettere da parte il basso, smettere di suonare, e di dedicarsi interamente alla produzione artistica dello stesso Paoli, collaborando col manager di allora, Bruno Sconocchia, del quale si definisce un allievo.

Con Sconocchia partecipa alla produzione del disco “Ti ricordi? No non mi ricordo” e del tour “Vanoni Paoli 2005-2006”. Da un concerto di Enrico Rava nel 2000 al quale partecipa Paoli con il batterista Roberto Gatto, crea “Un incontro in jazz”, progetto di grande successo nel circuito jazzista, e nel 2007 insieme a Bruno Sconocchia produce il disco “Milestones… Un incontro in jazz”.

Il progetto rappresenta un punto molto importante sia nella carriera di Gino ma anche dello stesso Aldo che a breve ne diventa il manager. Per Gino è il coronamento del suo amore per il jazz nel quale ritrova un’innata passione e una sorta di nuova giovinezza creativa. Grazie a “Un incontro in jazz” scocca la scintilla tra Gino Paoli e Danilo Rea del quale Mercurio diventa il manager dal 2011. Un’alchimia musicale che non sfugge all’occhio e all’orecchio attento di Mercurio che intuendone la potenzialità, incoraggia la collaborazione tra i due fuoriclasse che ad oggi si è concretizzata nei progetti discografici e live “Due come noi che…”, collezionando numerosi sold out nei teatri in tutta Italia ma anche internazionali, e il favore della critica.

Francesca Scarinci lavora come production manager e music management da più di vent’anni organizzando concerti e rassegne in ambito prevalentemente jazzistico e contemporaneo in Italia e all’estero. Come rappresentante legale dell'Associazione Culturale Ex B.(Bologna) promuove attività concertistiche, discografiche e di divulgazione nell’ambito della musica originale improvvisata di stampo jazzistico, contemporaneo e spontaneo. Per necessità e curiosità si è specializzata in questioni burocratiche inerenti quel vasto e veriegato panorama che riguarda la contrattualizzazione e organizzazione di concerti e, nonostante gli anni, continua a sorprendersi delle complicazioni presenti soprattutto in Italia.Appassionata di vocalità femminile è agente da lungo tempo di Cristina Zavalloni per il circuito jazz e, dopo essere rimasta folgorata dal vivo dal Chicago Tentet di Peter Brötzmann nel 2003, lavora da quasi un decennio con il sassofonista tedesco. Segue infatti prevalentemente - attraverso la messa in circuito a livello regionale, nazionale ed internazionale - la valorizzazione di proposte musicali contemporanee e sperimentali credendo che la musica moderna non debba limitarsi ad uno stile definito, ma sia rappresentata da un linguaggio in costante trasformazione frutto di continue contaminazioni culturali e stilistiche.

Come Aldo Mercurio aderisce ad A.M.A.M.I. (Associazione Manager Agenti Musicali Italiani)www.amamimusic.com