PROGRAMMA:
Dal “Concerto Brandeburghese n. 4”, BWV 1049, per violino, due flauti dolci, archi e basso continuo
Allegro
Dal “Concerto Brandeburghese n. 6”, BWV 1051, per due viole da braccio, due viole da gamba, violoncello e basso continuo
[I. mov. Senza indicazione di tempo]
Dal “Concerto Brandeburghese n. 5”, BWV 1050, per violino, flauto traversiere, archi e clavicembalo
Allegro
Dalla Cantata BWV 140 “Wachet auf, ruft und die Stimme”
Aria Duetto “Mein Freund ist mein”
“Concerto per due cembali e archi in Do minore”, BWV 1060
Allegro, Largo ovvero Adagio, Allegro
dalla Cantata BWV 110 “Unser Mund sei voll Lachens”
Aria “Wacht auf, ihr Adern und ihr Glieder”
Corale “Alleluia! Gelobt sei Gott”
PRESENTAZIONE:
Il programma è incentrato sulla figura di Johann Sebastian Bach e già questo rende quasi superflua una presentazione. In questo senso Bach rappresenta quasi l’essenza della musica, o di una certa maniera di concepire la musica. Quasi fuori moda al suo tempo da risultare un retaggio del passato e, al contempo, così complesso e ricercato da essere il più moderno dei compositori antichi e, forse, il più amato, studiato ed eseguito dai contemporanei.
La prima parte del programma presenta i movimenti iniziali dei concerti brandeburghesi numero 4, 5 e 6. I concerti brandeburghesi (o Concerts avec plusieurs instruments secondo l’indicazione di Bach) sono sei concerti composti a Köthen, ducato della Sassonia, tra il 1717 e il 1723 e dedicati al margravio Cristiano Ludovico di Brandeburgo-Schwedt. La denominazione attuale con cui sono universalmente noti (Concerti brandeburghesi) fu stabilita da Spitta, un musicologo tedesco che fu tra i primi a interessarsi alla biografia di Bach.
Nella seconda metà del concerto presenteremo, questa volta per intero, il Concerto in do minore per due clavicembali BWV 1060, probabile adattamento di un precedente concerto per oboe e violino composto sempre negli anni di Köthen (e quindi contemporaneo dei brandeburghesi). La versione per due clavicembali, probabilmente è un adattamento degli anni di Lipsia, e conferma un metodo di lavoro che riguarda la quasi totalità dell’opera strumentale di Bach.Nel Concerto in do minore prevale uno stile cantabile, ma anche profondamente integrato con la tecnica del contrappunto basato, com’è, su un denso intreccio di rapporti contrappuntistici tra i due solisti.
Gli altri brani in programma provengono dalle cantate di Bach.
Nella produzione di Bach la cantata sacra occupa un posto di fondamentale importanza. Bach completò cinque annate complete di cantate, e dal periodo di Arnstadt in poi non abbandonò più questa forma.
La cantata BWV 140 Wachet auf, ruft uns die Stimme fu composta a Lipsia ed eseguita alla Thomaskirche il 25 novembre 1731 per festeggiare la 27a domenica dopo quella della Trinità, una ricorrenza infrequente nell’anno ecclesiastico luterano. Il testo, anonimo, sviluppa liberamente il concetto della unione mistica fra l’Agnello e la sua Sposa, la nuova Gerusalemme, con riferimenti al Canto dei Cantici. Dalla cantata verrà eseguito il duetto Mein Freund ist mein, celebrante l’unione mistica divenuta realtà: un brano colmo di una sublime beatitudine, delicatamente fiorita dal timbro dell’oboe (qui sostituito da un flauto traversiere).
Infine dalla cantata Unser Mund sei voll Lachens (BWV 110), su testo di Lehms, eseguita nel servizio mattutino del giorno di Natale del 1725 nella Thomaskirche di Lipsia, verranno eseguiti gli ultimi due numeri: l’aria con la tromba Wacht auf, ihr Adern und ihr Glieder e il Corale conclusivo Alleluia! Gelobt sei Gott.