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Cécile Chaminade: "il mio piccolo Mozart"

Venerdì 25 Novembre 2022, ore 18.00
Sala Bossi
Sarà possibile seguire il concerto in streaming al seguente link: https://youtu.be/HZasMdiZNA4

Programma di Sala
dai “Sei studi da concerto per pianoforte”:  

Étude pathétique” op.124
Sergio Catalano, pf.        

Automne” op 35   n.2
Elena Janeva, pf.

Alleluia
Hongxi Chen, baritono; Carlotta Marchesini, pf.

L'anneau d'argent
Hongxi Chen; Carlotta Marchesini, pf.

Viens, mon bien-aime”        
Huiying Zhao, mezzosoprano; Carlotta Marchesini, pf.

La lune paresseuse
Huiying Zhao; Giacomo Di Maria, pf.  

L'été
Hyeonji Jeon, soprano; Giacomo Di Maria, pf.  

Étude romantique” op. 132
Yemin Park, pf.

"Duo D’Étoiles” Duetto
Hyeonji Jeon; Huiying Zhao; Lorenzo Capostagno, pf.

La fiancée du soldat
Hongxi Chen; Giacomo Di Maria, pf.

Mots d'amour
Hyeonji Jeon; Lorenzo Capostagno, pf.

Si j'étais jardinier
Hongxi Chen; Lorenzo Capostagno, pf.

Ronde d'amour
Huiying Zhao; Lorenzo Capostagno, pf.; voce recitante Manuela Cuscini

da “Six Pièces romantiques” op.55 per pianoforte a 4 mani
Primavera
Idylle arabe
Danse hindoue
Benedetta Simeone, Alessandro Lunghi, pf.

Portrait” per soprano, flauto e pianoforte
Hyeonji Jeon, soprano; Mariachiara Grasso, flauto; Alessandro Lunghi, pianoforte  

Ondine” op 101
Chiara Cavallari, pf.

Fileuse” op 35 n.3
Isabella Ricci, pf.       


“Lei certamente ha un dono, datele la possibilità di farsi valere e di certo non fallirà” poi aggiunse in maniera scherzosa: “di certo non si annoierà!”.  Queste sono le parole pronunciate intorno al 1869 da un vicino di casa degli Chaminade, quando Cécile era ancora piccola. Voi direte, nulla di eccezionale, se non che questo vicino altro non era che George Bizet.  Fu il primo ad intuire le capacità della compositrice, tanto da chiamarla affettuosamente “il mio piccolo Mozart”, e lei proverà sempre una profonda ammirazione sia per l’uomo che per l’artista.
Malgrado la quasi la totalità delle opere di Cécile Chaminade sia stata pubblicata, risulta difficile stilarne una lista rigorosamente esatta e completa. Inoltre, molte opere sono state oggetto di trascrizioni, riduzioni, adattamenti diversi ed esiste anche un certo numero di edizioni straniere. Ad esempio, i Six Piéces Romantiques op.55 composti nel 1890 per pianoforte a 4 mani, sono presenti in diverse versioni (violino e pianoforte, violoncello e pianoforte, diverse per orchestra e diverse per unico esecutore al pianoforte).
Il programma eseguito in questa occasione può essere preso come modello dei tipici recital di Chaminade ovvero un mix tra pezzi per pianoforte solo e mélodies, questi due generi rappresentano la spina dorsale del suo repertorio anche in occasioni delle innumerevoli tournées che l’hanno portata fino in America.
Ha composto circa 138 mélodies concentrate soprattutto negli anni che vanno dal 1890 al 1908, questo in risposta alle nuove esigenze finanziare che si era trovata a dover affrontare in seguito alla morte del padre avvenuta nel 1887. Le opere vocali che ascolterete fanno tutte parte di questo periodo. Tra le mélodies più famose spicca l’Anneau d’Argent del 1891. Per la sua composizione Cécile fu ispirata dalle parole della poetessa Rosemonde Gérard, incontrata durante una serata a teatro organizzata da Alexis Rostand, zio del futuro marito della poetessa. Fin dalla sua pubblicazione fu un lavoro che arrivò dritto al cuore di tutti gli ascoltatori, la sua popolarità fu prodigiosa e questo è testimoniato sia dalle copie vendute (più di 200.000) sia dal fatto che faceva parte del repertorio vocale di moltissime artiste del tempo ed inoltre dal fatto che influenzò anche altri campi. Molte composizioni vocali sono state dedicate a cantanti dell’epoca, è il caso di “Alleluia”, “Viens,Mon bien-Aimé”,”Mots d’Amour”, “Duo d’Etoiles”, “Portrait (Valse Chantée)” e “Si J’Etais Jardinier”; una particolarità contraddistingue quest’ultimo, è l’unico il cui titolo corrisponde a quello del testo letterario a cui fa riferimento, gli altri sono stati modificati dalla compositrice. In “La Lune Paresseuse” e “L’Eté” traspare il suo amore per la natura. Per “La Fiancée du Soldat” e “Portrait” esistono anche altre versioni, nello specifico per quest’ultima una versione per voce pianoforte e flauto. Gran parte del materiale letterario utilizzato non è di altissimo livello, ma le ambientazioni liriche di Chaminade hanno sempre salvato la situazione.
Il suo stile unico, anche se presenta varie sfaccettature, appartiene allo stile tardo-romantico, quindi intimistico ed in alcuni casi, virtuosistico. Per queste caratteristiche, che mantenne fino alla fine, non verrà del tutto apprezzata dalla critica e dai colleghi (perché considerata priva di innovazione). Tecnicamente i lavori pianistici affrontano diverse difficoltà, ne sono un esempio i 6 Studi da concerto op.35, di cui fanno parte Automne e Fileuse. Il primo tra i due è ispirato alla cornice poetica di La Farge, pubblicato nel 1886, si rivela una delle composizioni più stimate dell’artista. Veniva eseguita in quasi tutti i suoi concerti, stilisticamente vicina a Chabrier, ottenne un successo internazionale, tant’è che ancora nel 1947 (60 anni dopo la sua pubblicazione), la casa editrice Enoch vende ancora non meno di 6.600 esemplari l’anno. In questo pezzo più che una semplice impressione, Chaminade vuole comunicarci l’amore profondo per la natura di cui è una vera e propria adoratrice. Il pezzo venne composto in questa stagione dell’anno in cui la natura è in pace e in cui si rivivono i bei giorni del passato con rimpianto straziante. Chaminade è solita paragonare la natura alla vita. Una natura che si scatena, talvolta, con un temporale violento, ma bello nella sua furia, per poi ritornare ad uno stato di calma che consola il cuore. Presenta una forma tripartita ABA. La rivista Madame affermò che fu con questo pezzo che le venne assegnata la medaglia del Giubileo. Anche Fileuse venne eseguito abbastanza spesso nei suoi concerti, dove ne venne apprezzato il “simpatico tocco”. Tema centrale del pezzo, reso chiaro dal titolo, è la filatrice. Anche altri compositori romantici trattarono questo tema, come, ad esempio, Schubert, nel suo lied “Gretchen am Spinnrade” e Mendelssohn in una delle sue Romanze senza parole op. 67 n°4. Tra queste tre opere ci sono diversi aspetti in comune: Andamento Allegro, tempo 6/8 ed atmosfera tonale.
Dopo la sua tournée in America nacquero nuove composizioni di questo genere e difficoltà come Etude romantique op. 132 (fa parte della seconda raccolta dei 6 Studi da concerto di cui fa parte anche Etude Pathétique op.124). L’accostamento del suo stile a Liszt è stato fatto in diverse occasioni; ad esempio, nella recensione del concerto avvenuto il 26 ottobre 1908 al Carnegie Hall, il giornale The Evening Post di New York, scrive, riferendosi al pezzo L’Ondine op. 101 “with ornaments à la Liszt”.
Morì a Montecarlo il 13 aprile 1944.

Martina Quadraroli