Venerdì 30 ottobre, l'organista e musicologo bolognese Luigi Ferdinando Tagliavini terrà la seconda parte del seminario “Suites, Partite e Cantate” nell'ambito della rassegna Il Conservatorio G. B. Martini a San Colombano.
Luigi Ferdinando Tagliavini
Ha condotto studi musicali nelle classi di organo, pianoforte e composizione con Riccardo Nielsen al Conservatorio di Bologna e al Cponservatorio di Parigi nella classe di Marcel Dupré. Laureatosi all'Università di Padova nel 1951 con una dissertazione sui testi delle Cantate sacre di Joahnn Sebastian Bach e ha insegnato organo complementare presso il Conservatorio di Bologna (ove ha ricoperto anche l'incarico di bibliotecario) e più tardi presso il Conservatorio di Monteverdi di Bolzano, dapprima come professore incaricato e successivamente come ordinario di organo. Docente di storia della musica presso l'Università di Parma è successivamente approdato all'Università di Friburgo dove nel 1971 è diventato ordinario e direttore dell'Istituto di Musicologia. Professore ospite in diverse università statunitensi, è inoltre attivo come concertista in Italia e all'estero. È titolare, con Liuwe Taminga, degli organi della Basilica di San Petronio di Bologna. Fondatore assieme a Renato Lunelli della rivista "L'Organo", ha insegnato regolarmente ai corsi estivi di Haarlem e ai corsi dell'"Accademia di musica per organo" di Pistoia. Con Marie-Claire Alain, Anton Heillere e Gustav Leonhardt ha fortemente contribuito alla riscoperta e all'affermazione della prassi esecutiva clavicembalistica e organistica barocca. Assieme a Oscar Mischiati, suo collega ed amico, è stato, dopo Renato Lunelli, il secondo esponente dell'Orgelbewegun in Italia, movimento che si prepone il restauro e la valorizzazione di organi antichi secondo criteri storici. Punto di riferimento fondamentale nell'organaria italiana, alcuni dei restauri da lui guidati costituiscono un autentico spartiacque nel panorama organistico nazionale; in particolare, l'intervento agli organi Lorenzo da Prato e Baldassarre Malamini di San Petronio ha consegnato due strumenti assolutamente unici e inestimabili.
Concertista tra i più affermati della sua generazione, ha suonato sui più importanti organi italiani ed europei ed è tuttora impegnato nell'attività concertistica. Ha realizzato numerose incisioni ricevendo diversi premi tra cui il "Premio della discografia Italiana", lo "Schallplattenpreis der deutschen Phono-Akademie", la distinzione "Choc de la musique" per il cd realizzato insieme a Liuwe Tamminga sugli organi di San Petronio e dedicato ad Andrea e Giovanni Gabrieli, il "Premio Antonio Vivaldi" e il "Premio Massimo Mila". Tra le altre onorificenze si ricordano ilTiroler Adlerin oro conferitogli a Innsbruck nel 1982, il dottoratohonoris causain musica dell'Università di Edimburgo e il titolo onorario di Fellow del Royal College of Organists di Londra nel 1996, la laureaad honorem dell'Università di Bologna nelle discipline delle arti, della musica e dello spettacolo nel 1999, e il dottorato honoris causain musica sacra del Pontificio Istituto di Musica Sacra nel 2011. È autore di numerosi scritti musicologici, è membro dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia e ha curato edizioni critiche di opere di Frescobaldi, Zipoli, Mozart e altri ancora. Possiede una collezione di strumenti musicali pressoché unica, che raccoglie circa 70 tra clavicembali, clavicordi, spinette, pianoforti, organi, ma anche fiati e strumenti automatici che vanno dal Cinquecento al Novecento. Questo patrimonio è stato recentemente donato alla Fondazione Carisbo ed è stato raccolto nel complesso di San Colombano a Bologna. Vanta strumenti dei più importanti cembalari italiani, tra cui Trasuntino, Giusti, Fabio da Bologna e Giovanni Ferrini (il quale nel 1746 costruì uno strumento a due manuali, di cui sono noti solo pochissimi esemplari, che riunisce clavicembalo e fortepiano).