22 studenti del Conservatorio di Musica "Martini" di Bologna eseguiranno venerdì 9 giugno alle ore 10.00 per i detenuti della Casa Circondariale Dozza in Bologna, Il Clavicembalo ben temperato II Libro di Johann Sebastian Bach, un evento mai organizzato prima d'ora in nessuna struttura circondariale in Italia.
Saluto del Presidente
Il progetto bachiano Clavicembalo ben temperato si conclude
con la sua seconda parte dopo il successo della prima giocata lo scorso anno a Forlimpopoli, nella condivisione con il Conservatorio Bruno Maderna di Cesena e l’Istituto Giovanni Lettimi di Rimini. La monumentale opera di Bach, cui il Conservatorio G.B. Martini di Bologna rivolge la sua attenzione con l’esecuzione integrale
al piano- forte, questa volta del Libro Secondo, vede gli studenti cimentarsi in sede, ma anche all’esterno, presso la Casa Circondariale della Dozza,
un evento che segna profondamente di significato l’obiettivo pri- mario della
nostra scuola: portare la musica ovunque, anche laddove
è meno frequentata per fare
di essa il legante che permette di superare qualunque frontiera. La musica notoriamente ha un potere unificante, penetra negli animi meglio di qualunque altro linguaggio. E allora cosa di meglio della ge- niale tastiera bachiana per fare comprendere e amare il coronamento della musica antica e insieme l’iniziale struttura di quella moderna.
È
dunque con grande soddisfazione che il Conservatorio G. B. Martini
si accinge all’impresa ideato e coordinato
dal Maestro Mario Ruffini, nel l’intento di poter incidere pienamente alla crescita so- ciale della città
con lo strumento che gli è proprio: la musica.
Jadranka Bentini
Saluto del Direttore
Come sottolineato lo scorso anno, Bach è un musicista
che ha sempre molto da insegnare a chiun- que si occupi,
o semplicemente sia vicino alla musica. Il successo
riscosso dalla presentazione del primo volume del Clavicembalo ben temperato, nonché l’obbligo di completezza dell’operazione, ci vede presentare quest’anno la seconda parte di questo immenso parto del genio
bachiano.
Gli studenti di pianoforte saranno
nuovamente impegnati nella parte esecutiva, che, questa volta, si arricchisce di un’esperienza di apprezzabile contenuto umano, ossia la replica dell’evento nella Casa Circondariale di via Dozza: un esempio
di come la musica abbia una sua valenza anche nell’ambito sociale;
uno sti- molo e un insegnamento per le giovani
leve che ci sforziamo
di formare non solo come musicisti, ma anche come persone
e cittadini.
Vincenzo De Felice
Il clavicembalo ben temperato
Libro Secondo BWV 870-893 (Lipsia, 1744)
Integrale al pianoforte
La tastiera ben temperata (Das Wohltemperierte
Klavier: Libro
Primo,
Köthen
1722,
BWV
846-869;
Libro
Secondo, Lipsia 1744,
BWV
870-893),
conosciuta
nella
sua
“errata”
traduzione
italiana
come
Il
clavicembalo ben temperato, viene qui eseguita
nel contesto
di
un progetto
biennale
che porta
gli
studenti del
Conservatorio
di Musica
“Gio- vanni Battista Martini”
di Bologna a osservare questo monumento dell’arte musicale nonché della didattica pia- nistica e clavicembalistica nella sua integralità, con l’esecuzione al pianoforte del Libro Primo nell’Anno
Accademico 2015-2016, e del Libro Secondo nell’Anno Accademico
2016-2017.
Un monumento del
pensiero musicale razio- nale che
anticipa
di
circa
sessant’anni
il
corrispondente
monumento
del
pensiero
filosofico
di
Kant,
la
Critica
della ragion
pura, del
1781.
La
raccolta
bachiana
costituisce
il
vero
coronamento
di
una
vicenda
musicale,
matematica
e teologica, che per duecento anni aveva attraversato tutti gli spiriti che operavano fra scienza e musica: un percorso che aveva portato al buon temperamento della
scala
musicale
e che di fatto aveva aperto le porte all’epoca moderna. Le questioni musicali del comma
potevano
finalmente
essere
lette
con
una
formula
matematica:
la
grande
stagione scientifico-matematica
della
musica,
da
Pitagora
a Boezio, fino a Zarlino, Galilei e Maurolico,
per arrivare al tem- peramento equabile di Marin Mersenne e Andreas Werckmeister, era giunta alla sua codificazione, e ora serviva non una dimostrazione o un brevetto, ma solo una attenta e articolata verifica della prassi compositiva. Das Wo- hltemperierte Klavier
risolveva
il
problema
con
sapienza,
scienza
e arte, con la sua articolatissima struttura di Pre- ludi e Fughe sistemati nel più severo scandaglio di tutte le tonalità maggiori e minori. Le scienze erano figlie del dubbio,
ma genitrici di verità. La scala
ben temperata produceva ancora intervalli
disuguali, ovvero quattro tipi di- versi di semitoni, ma Il
clavicembalo ben temperato di
Johann
Sebastian
Bach
mostrò
che
tale
sistema
era
perfetta- mente soddisfacente
dal
punto
di
vista
estetico
e musicale.
Il temperamento equabile offrì finalmente una soluzione ai problemi posti dal temperamento pitagorico e da quello naturale: nessuno, fino a quel momento, aveva osato nei secoli dividere l’ottava in 12 parti uguali poiché, per far ciò, era necessario l’uso della radice: un problema che non era di ordine matematico (o non solo), ma teologico.
La radice produce infatti numeri infiniti, e non competeva all’uomo avventurarsi in tale ordine di pensiero,
che sfiora e comprende l’idea di Dio. Non è un caso che al tem- peramento equabile
si giunga nel secolo
della ragione: il cogito ergo sum di
Descartes
apre
la
via
al
razionalismo
di quel periodo.
La
“Regola
di
Cartesio”(fondata
sulle
radici)
spazza
via
i timori del numero infinito che le radici por- tavano con sé e permette finalmente la teorizzazione della divisione in dodici parti uguali
dell’ottava. Che puntuale arriva di lì a poco: la teorizzano prima Mersenne nel 1636, poi Werckmeister nel 1691; Bach la pratica con Il cla- vicembalo ben temperato (1722
e 1744), nel 1781 esce la Critica della ragion pura
di
Immanuel
Kant.
L’età
della
ra- gione
usa il numero irrazionale per affermare sé
stessa;
la chiesa fa
sua la nuova musica temperata che è frutto del superamento del timore divino da parte dell’uomo razionale del Settecento. Filosofia,
Matematica e Musica si uni- scono nella vicenda evolutiva del temperamento. Mai l’uomo si era avvicinato tanto all’idea di infinito: la teologia, grazie alla musica, stava diventando una scienza.
Bach,
come è noto, visse la traumatica esperienza della prigionia. Volendo infatti lasciare la città di Weimar, per recarsi a Köthen dove aveva ricevuto offerte economiche migliori, comunicò senza troppa diplomazia al duca di Sassonia la sua decisione. Questi, vinto dall’ira per l’abbandono, decretò che il musico di corte fosse incarcerato, e Bach fu imprigionato dal 6 novembre al 2 dicembre 1717. Traendo spunto da questa vicenda, abbiamo pen- sato di portare la sua musica nella Casa Circondariale Dozza di Bologna, offrendo ai detenuti del carcere bolo- gnese un momento di musica, nella convinzione che la musica rappresenti per loro un momento di libertà, e nella consapevolezza che anche chi ha sbagliato deve mantenere intatta la propria dignità. Un carcere che offre mu- sica ai propri detenuti diventa infatti modello di quel luogo rieducativo e non punitivo che ogni società civile deve raggiungere. Siamo dunque lieti di proporre questa prima esecuzione mondiale in carcere del Clavicembalo ben temperato,
per
la
quale ringraziamo
vivamente
la
direttrice della
Casa
Circondariale
Claudia Clementi.
Mario Ruffini